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Era da qualche anno che avevamo programmato un ritorno in Sicilia, finalizzato, però, alla visita del patrimonio artistico e culturale dell'isola. Abbiamo scelto, così, un periodo diverso da quello tipico delle vacanze balneari, ma abbiamo trovato ugualmente un caldo intenso. Questo, però, non ci ha distolto dal nostro obiettivo: goderci con immenso piacere questa terra, con un giro, lungo e impegnativo, che ci ha portato da Palermo a Catania in nove giorni.
Così come già successo altre volte, anche per il giro della Sicilia, il piano di trasferimento è stato costruito senza stress. Volo alle 14:45 con arrivo alle 16:25, poi ritiro dell'auto noleggiate e arrivo a Palermo, prima sosta del nostro giro. Naturalmente non avevamo fatto i conti con il traffico di Palermo e, così, siano arrivati nel B&B solo verso le 19, costringendoci a saltare un primo incontro con la città. Recupereremo domani.
Il programma è intenso; non possiamo vedere tutto, ma cerchiamo di portare via le immagini dei posti più importanti: dal B&B di Via Riolo, verso il Teatro Massimo e poi i Quattro Canti, il Palazzo Pretorio, Piazza Bellini, la Martorana, S. Cataldo, la Cattedrale, il Mercato del Capo e la superba Cappella Palatina. In totale 14.900 passi. Tanto per cominciare.
E da oggi cominciamo a viaggiare. La prima tappa ci porta a Mazara del Vallo, attraverso Segesta ed Erice. 194 chilometri in auto e 13.800 passi.
Prima tappa: Segesta. Situato in una splendida posizione, tra dolci colline dai colori ocr5a e rosso bruno che formano un piacevole contrasto con le infinite tonalità di verde, il Parco Archeologico è dominato dalla mole dell'elegante tempio dorico
Seconda tappa: Erice. Un sito di una bellezza indimenticabile caratterizza Erice, antica città fenicia e greca, arroccata a 751 m. slm, sul monte che porta lo stesso nome, coronato da un altipiano di forma triangolare a tarrazza sul mare. Difesa da bastioni e mura, la città è un labirinto di stradine acciottolate e di varchi così stretti da permettere il passaggio di un solo uomo. Le case, serrate le une alle altre, hanno graziosi e curati cortili interni, difesi s protetti dalla vista dei passanti, in modo che la vita familiare si svolga nella più completa intimità.
Terza tappa: Mazara del Vallo. Concludiamo la giornata con il pernottamento a Mazara del Vallo. Antico sito fenicio, posto alla foce del fiume Mazaro, è un importante porto dell'antichità, scelto per la sua posizione protetta e per la sua vicinanza all'Africa. Centro commerciale greco, Mazara conosce il massimo splendore sotto gli Arabi e, in seguito, sotto i Normanni. La mescolanza delle genti che si avvicendano in questa cittadina, non ultimi i vicini africani che ancora oggi costituiscono una buona percentuale degli abitanti, è qui particolarmente evidente. Qui incontriamo Angelo, in titolare del B&B nel quale ci fermiamo, che si è dimostrato un'ottima guida e ci ha portati a conoscere molti aspetti meno turistici della sua cittadina.
Seconda giornata di trasferimento da Mazara del Vallo a Agrigento, passando da Selinunte: 131 chilometri in auto e 14.800 passi (soprattutto in una Selinunte assolata e polverosa).
Prima tappa: Selinunte. Fondata da gente proveniente da Megara Hyblaea nel corso del VII sec. a.C., Selinunte (il cui nome deriva dal greco Sèlinon, termine con cui veniva designato l'appio, sorta di prezzemolo selvatico che, fiorito, emana un profumo intenso) ha vita breve (circa 200 anni di splendore), ma intensa, forse anche grazie all'azione di un governo accorto dei tiranni che vi si sono succeduti. La prosperità della città è testimoniata dall'ampia zona sacrale e pubblica che si estende in tre zone distinte.
Abbiamo visitato i templi orientali (iniziando dal tempio E, ricomposto nel 1957, dedicato a Hera, risalente al V sec. a.C.) e l'acropoli.
Seconda tappa: Agrigento. Concludiamo la giornata a Agrigento e la sua splendida Valle dei Templi.
Il quinto giorno del nostro viaggio ha la sua massima espressione la visita della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina, per poi terminare "solo" a Caltagirone. Per oggi 129 chilometri e 10.800 passi. E' veramente difficile stilare una classifica di interesse, vista la ricchezza di monumenti storici, che sprigionano cultura e bellezza senza eguali.
Prima tappa: Piazza Armerina. Senza nulla togliere alla cittadina, il vero centro d'interesse è costituito dalla magnifica Villa Romana del Casale, che dopo 1700 anni mantiene ancora intatta tutta la sua bellezza.
L'imponente villa romana è stata probabilmente costruita tra la fine del III sec. e l'inizio del IV sec. d.C. da un personaggio sicuramente importante, forse un membro della famiglia imperiale. Uno dei nomi più probabili sembra essere quello di Massimiano, uno dei componenti della Tetrarchia che resse l'impero romano dal 286 al 305 d.C.
Seconda tappa: Caltagirone. Asse principale di Caltagirone è la lunga via Roma che, tagliando in due la città, arriva fino ai piedi dell'ormai famosa scalinata di S. Maria del Monte (142 gradini!!!), sua continuazione ideale. Lungo la via si affacciano alcuni degli edifici più interessanti, con numerosi esempi di decori in maiolica. Nel tratto inizlale appare, sulla sinistra, la bella cinta della vitta comunale con il Teatrino.
Il nostro viaggio continua nel cuore del barocco siciliano, partendo da Caltagirone, facciamo tappa a Ibla, la città vecchia di Ragusa, ci fermiano a Modica per terminare a Noto. Percorriamo 171 chilometri in auto e 13.100 passi.
Prima tappa: Ragusa. Ragusa Ibla è sorta sulle fondamenta dell'antica Hybla Heraea che fu fondata dai Siculi, dei quali restano molte testimonianze. come i loculi funarari a sezione rettangolare ben visibili nella valle del Gonfalone, lungo la strada che conduce a Modica.
Secona tappa: Modica. E' situata nell'area meridionale dei Monti Iblei ed è divisa in due originali aree: Modica Alta, le cui costruzioni quasi scalano le rocce della montagna, e Modica Bassa, giù nella valle, dove un tempo scorrevano i due fiumi Ianni Mauro e Pozzo dei Pruni, poi ricoperti a causa delle numerose alluvioni, e dove ora è situato il Corso Umberto, principale strada e sito storico della città.
Terza tappa: Noto. In una regione in cui abbondano olivi e mandorli, Noto è un piccolo gioiello barocco arroccato su un altopiano cje domina la valle dell'Asinaro, coperta di agrumi. La sua bellezza, così armoniosa da sembrare una finzione, la scena di un teatro, nasce da un fatto tragico: il terremoto del 1693, che in questa parte della Sicilia portò distruzione e morte, ma diede impulso alla ricostruzione.
Giornata dedicata a Ortigia e al parco archeologico della Neapolis, i due punti più importanti di Siracusa. Il percorso in auto è di soli 109 chilimetri, ma quello percorso a piedi è da record: 20700 passi che valgono oltre 13 chilometri.
Prima tappa: Ortigia. La bellezza dell'isola rende molto difficile commentare sinteticamente quello che abbiamo visto: tutto, o quanto meno, tutto il possibile, dalla costa alla Fonte Arethusa, al Duomo, al Palazzo Bellomo, alla via della Maestranza fino al Tempio di Apollo.
Seconda tappa: Parco Archeologico della Neapolis. Dallo splendido Teatro Greco, all'Orecchio di Dionisio, alla Latomia del Paradiso, il parco archeologico è una testimonianza viva dell'importanza che Siracusa aveva assunto nel suo tempo.
Terza tappa: Catania. Il nostro viaggio sta volgendo alla conclusione e l'ultima tappa è costituita da Catania. Nonostante il poco tempo che abbiamo avuto a disposizione è stato possibile visitare qualcosa di questa bella città, ma anche qualcosa della sua costa. La prima fase, concentrata dal pomeriggio del 11 maggio, ci ha permesso di visitara la città nel suo insieme e un pezzo della sua costa.
Ultimo giorno del nostro giro, dedicato a Catania e a Taormina: 105 chilometri in auto e 15.600 passi. La prima parte della giornata è dedicata soprattutto alla "Pescheria" di Catania, un tuffo nei colori di un mercato spettacolare. La seconda parte è dedicata invece alla visita della sofisticata Taormina, centro turistico non privo di resti archeologici di primissimo piano.